Verso la fine del 1119 il Conte Guido Guerra decise di realizzare un castello attorno alla Pieve di Sant’Andrea a Empoli. Di questa prima cerchia muraria, edificata dagli stessi abitanti di Empoli in cambio di un lotto di terreno per la loro abitazione, non restano tracce materiali. Possiamo intuire il suo andamento osservando il quadrilatero composto attorno alla Collegiata dalle vie del Giglio, Ridolfi e Del Papa che corrono dove un tempo si trovavano i fossati. L’antico Palazzo dei Conti Guidi doveva trovarsi in posizione di controllo all’intersezione tra la via Pisana e le mura in una parte di quello che oggi è Palazzo Ghibellino.
Già verso la metà del XIII secolo questa prima cerchia muraria doveva essere insufficiente a contenere l’espansione dell’abitato. Lo dimostrano le tracce dell’espansione del castrum verso sud oltre l’attuale via del Papa, avvenuta già entro il 1254-55; espansione che portò all’apertura di una via parallela, l’attuale via de’ Neri. Parallelamente, a nord del primo insediamento, andò sviluppandosi il cosiddetto Borgo Nuovo, affacciato sull’attuale via del Giglio che già attorno al 1281 doveva essere cinto da mura. Questi sviluppi della cerchia muraria sono testimoniati dalla presenza delle porte del Noce (1281, su via del Papa) e dell’Ospedale (1283, su via del Giglio). La popolazione, i commerci e, di conseguenza, l’abitato di Empoli, erano in quegli anni in forte crescita, come dimostra, tra gli altri documenti, la presenza nel 1281 di ben 31 tra vinattieri e albergatori.
Sulla direttrice verso Pisa fra le due strade in uscita dalle mura (attraverso le porte del Noce e dell’Ospedale) stava sviluppandosi un altro borgo (oggi riconoscibile nell’andamento a punta dell’isolato che si estende tra via Chiarugi e via degli Orti) attorno ad un ospedale dei poveri.
In direzione di Firenze, parallelamente, già nel 1283 si apriva il mercatale nell’area oggi corrispondente a Piazza della Vittoria e lungo il quale, in direzione nord-sud, si stava sviluppando il Borgo Salario che oggi possiamo far corrispondere al tracciato di via Ridolfi.
Pur non avendo notizie certe in merito alla costruzione della prima cerchia trecentesca, sappiamo che tra la fine del XIII e il 1333, anno in cui si verificò la disastrosa piena dell’Arno, Empoli era circondata da mura e fossati che correvano oltre le attuali vie Chiara, Ridolfi e de’ Neri. L’espansione dell’abitato era avvenuta stavolta, principalmente verso nord, con l’apertura della grande direttrice est-ovest rappresentata da via Chiara. Al 1326 è databile la costruzione del palazzo
Dopo l’alluvione del 1333 che aveva danneggiato irrimediabilmente la cerchia muraria e parte dell’abitato, nel 1336 fu avviata la ricostruzione delle mura. Il circuito fu ampliato, questa volta verso est (come si nota dall’apertura delle due nuove porte d’Arno e Salaia all’inizio e al termine dell’attuale via Ridolfi) e verso sud inglobando le case a sud dell’attuale via de’ Neri. Di quest’ultimo ampliamento si possono ancora oggi osservare le tracce costituite da ciò che resta della torre dei Righi e della torre dei Frati (entrambe affacciate sull’attuale tracciato di via Cavour).
Lungo la via Ombretta (attuale via de’ Neri) fu approvato nel 1367 l’insediamento del nuovo convento dei Frati Agostiniani e verso il 1372 furono avviati i lavori di costruzione della Chiesa di Santo Stefano che, dopo un periodo di stasi, ripresero sotto il priore Michele (1390-1432).
In questo stesso giro d’anni fu costituito verso il 1365, nei pressi della porta d’Arno, il Magazzino del Sale, imponente edificio in laterizio che serviva per la conservazione del sale proveniente dalle saline di Volterra, oggi sede del Museo del Vetro di Empoli.
Dopo la peste del 1348 e fino alla metà del XV secolo a causa del calo demografico e del conseguente ristagno economico, non fu necessario allargare ulteriormente la cinta muraria empolese. La Repubblica Fiorentina, constatando il pessimo stato delle fortificazioni trecentesche, deliberò nel 1466 la ricostruzione integrale delle mura di Empoli. L’ampliamento in termini di estensione della terra murata fu minimo ma i lavori durarono oltre 40 anni e portarono alla realizzazione di una delle più grandi infrastrutture in mattoni dell’epoca: una cinta quadrata con bastioni pentagonali, intervallata da torri semicircolari e da due sole porte monumentali (Porta Fiorentina e Porta Pisana). Dal 1497 a sovrintendere i lavori furono inviati Giuliano e Antonio da Sangallo a cui si deve il completamento dell’opera.
A partire dai primi anni dell’Ottocento, complici l’aumento demografico, la presenza di numerose attività industriali e, non ultimo, l’inutilità delle fortificazioni in una cittadina che si trovava nel cuore dello stato Lorenese, le mura iniziarono ad essere smantellate o ‘privatizzate’.
Con il completamento della Ferrovia Leopolda (1848), la costruzione del ponte sull’Arno (1855) e l’apertura dell’attuale Via Roma (1888), la viabilità è oramai spostata all’esterno dell’antica terra murata. Per far ciò furono abbattuti il bastione sud-ovest e il terrapieno sul quale nel Settecento era stato costruito l’Ospedale. La sistemazione del Campaccio (area esterna alla Porta Fiorentina, oggi corrispondente con Piazza della Vittoria) e lo spostamento del mercato del giovedì in questa nuova piazza, concludono questa importante stagione di cambiamenti. Oggi delle antiche mura restano soltanto pochi tratti visibili in Piazza XXIV Luglio e in Via delle Murina, una sola porta d’accesso (Porta Pisana) e alcune fortificazioni (il Torrione di Santa Brigida, la Torre dei Righi e la Torre dei Frati, oltre che il bastione Nord-ovest all’interno dell’attuale Convento della SS. Annunziata).
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