Sono davvero molti gli studi dedicati da eminenti storici dell’arte di oggi e di ieri alla decorazione marmorea della facciata della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli. Molti e discordi tra loro in particolare sulla datazione dell’ordine inferiore del prospetto.
Una delle questioni fondamentali è quella dei rapporti che intercorrono tra le decorazioni della Collegiata di Empoli, del Battistero di San Giovanni e della Chiesa di San Miniato al Monte a Firenze. Come sappiamo infatti, la chiesa empolese è l’unica del ‘contado’ fiorentino a poter vantare una decorazione marmorea in marmo bianco e serpentino verde in stile ‘Romanico Fiorentino’ e questo fatto è di per sè una testimonianza dell’importanza della pieve di Empoli.
Per prima cosa dobbiamo chiarire subito che l’unica parte dell’incrostazione marmorea rimasta quasi del tutto invariata dal XII secolo ad oggi è l’ordine inferiore della facciata. Il prospetto è scandito da cinque arcate cieche che poggiano su colonne semicircolari in serpentino verde e che sono decorate da riquadri e tarsie geometriche (con l’eccezione dell’anfora nell’arcata centrale). La decorazione riprende da vicino quella di San Miniato al Monte, semplificandone alcuni elementi, motivo per cui la maggior parte della critica ritiene che sia stata realizzata dopo quella della chiesa fiorentina, indicativamente entro il 1140-1150.
Il portale marmoreo è stato aggiunto nel 1545, mentre il basamento originale in marmo bianco fu sostituito con quello attuale nel corso del rifacimento della facciata ad opera di Carlo del Re nel 1803, così come le lesene laterali scanalate.
Sopra il primo cornicione marcapiano corre una lunga iscrizione latina in endecasillabi leonini che testimonia come quest’opera fosse stata iniziata nel 1093 da un celebre (ma non meglio identificato) maestro, per volontà dei canonici del capitolo della pieve.
La data del 1093 può essere presa in considerazione come data di inizio della costruzione dell’edificio, mentre sia dal punto di vista stilistico (per la sudditanza dalle decorazioni della facciata di San Miniato al Monte) che da quello storico non può riferirsi alla realizzazione dell’incrostazione marmorea.
La scelta di decorare la facciata secondo gli stilemi del Romanico Fiorentino, con materiali costosi e con chiari riferimenti alle chiese al tempo più importanti della città di Firenze è da ricercare nella storia di Empoli. L’ incastellamento avvenuto nel 1119 portava l’impronta feudale dei Conti Guidi che con Firenze furono in confitto a fasi alterne per tutto il XII secolo. Molto probabilmente l’inizio della decorazione ad opera del Capitolo della Collegiata è da collocare durante uno dei periodi di tregua tra Firenze e i Conti Guidi, prima della definitiva resa e sottomissione di Empoli a Firenze avvenuta nel 1182 e rappresenta una sorta di dichiarazione di appartenenza all’identità ‘fiorentina’.
La facciata così come la vediamo oggi è il frutto di un susseguirsi di interventi strutturali che, negli ordini superiori al primo, hanno comportato la perdita delle sue fattezze originali.
Nel 1736 il tetto fu rialzato di oltre 3 metri, cosa che comportò nel 1803 il completo rifacimento della facciata da parte di Carlo del Re. Mantenendo quasi inalterato il primo ordine, l’architetto aggiunse il secondo ordine con i riquadri a gruppi di tre rettangoli e ricollocò il piccolo timpano medievale, incorniciandolo nel nuovo frontone.
La finestra cieca, sostituita nel 1825 da un bassorilievo raffigurante il Martirio di Sant’Andrea, fu ripristinata durante il restauro del Castellucci del 1912 e successivamente restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure dopo la Seconda Guerra Mondiale. La protome leonina di destra caratterizzata da un delicato plasticismo tipico della scultura romanica di XII secolo, è uno dei pochi elementi decorativi originali di quel periodo.
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